Benedetto 16°..., Inter campione d'Italia per la 16^ volta!!!

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Cumenda7
view post Posted on 20/5/2008, 15:17




INTER: terzo scudetto consecutivo dell'era Moratti grande merito va all' uomo dei sogni: Ibrahimovic, Zlatan Ibrahimovic che, con lu sue scarpette rosse fiammanti, entra, segna due goals e consegna a se stesso, all'inter a soprattutto ai tifosi il 16° scudetto.
Le scarpe hanno lo stesso inguardabile colore rosso di quelle con cui Materazzi sbagliò il rigore-scudetto contro il Siena una settimana fa ma la differenza la fanno i piedi che le calzano anzi, nel caso di Ibrahimovic, le valigie numero 47 con cui Zlatan ammaestra il pallone. Il sedicesimo scudetto dell’Inter è diventato il suo. I due gol dello svedese hanno risistemato il finale del campionato quando sembrava che premiasse la Roma e l’hanno reso più logico, perché da mesi era scritto che l’Inter avrebbe vinto lo scudetto e tutto quanto è accaduto nelle ultime giornate è sembrato soltanto il tentativo di complicarsi la vita e di sfasciare un periodo di successi, quando il tempo delle delusioni e dei digiuni sembrava allontanarsi.

Quasi quasi i nerazzurri sono riusciti a completare il nefasto progetto. A Parma, sotto un diluvio che richiamava alla memoria lo scenario in cui la Juve di Ancelotti si autodistrusse otto anni fa a Perugia, hanno sfiorato l’impresa di sbracare all’ultima giornata. Dopo aver saputo del gol segnato da Vucinic a Catania, gli interisti sono rimasti per 55’ in coma, scavalcati in classifica, incapaci di scuotere la difesa più sfondata d’Italia, aggrappati alla sagoma ciondolante di Ibra che, entrato dopo 50 giorni di sosta, aveva subito imposto la propria personalità e si vedevano i parmigiani raggrumarglisi attorno ogni volta che aveva la palla, come se l’avessero già eletto l’uomo della partita. Due gol a distanza di 17 minuti. Il destro del riscatto, il piattone sinistro della conferma. In mezzo, l’occasione strappatagli dai piedi dall’uscita di Pavarini.

Il resto dell’Inter era una truppa tremebonda attorno al capitano di ventura, finché gli animi non si sono rassicurati e persino i nerazzurri più pasticcioni hanno accettato l’idea di chiuderla qui, senza code pericolose nè sublimi esercizi di masochismo. Molto ha fatto l’esperienza di quanti come Vieira e Zanetti sapevano raffreddare il gioco. Il Parma liberato da Cuper era stato competitivo fino all’1-0, in una partita disperata e schiumante di rabbia in tribuna quasi più che in campo, dove l’Inter si abbassava alla soglia dei rivali, mandati in campo a sorpresa senza Lucarelli. L’occasione migliore l’aveva avuta Morrone al 13’, smarcato davanti a Julio Cesar da uno svarione della difesa sull’angolo di Cigarini: Morrone, quasi sorpreso, calciava male addosso al portiere.

Erano fuocherelli che scottavano l’Inter soltanto perché non era tranquilla, ragionava poco, nè trovava gli spiragli giusti se non per le incursioni di Maicon, che il povero Gasbarroni teneva al guinzaglio con una corda di burro. Subìto il primo gol, il Parma ha progressivamente piegato il capo: occhi spenti guardavano l’acquitrino in cui affondavano 18 anni di un’avventura straordinaria, nell’isola felice che osò salire al livello dei club più potenti, lambire lo scudetto e agguantare le Coppe, e pazienza se per volare alto si allargò il buco rovinafamiglie della Parmalat. Un addio in punta di piedi, nello stile civilissimo della città che ha sopportato senza tragedie la retrocessione e i disagi della domenica dei divieti rispettati poco e applicati peggio, perché quando Ibra ha segnato si è vista nello stadio la marea dei tifosi interisti che non avrebbero dovuto trovarsi lì, e fuori ce n’erano ancora a centinaia, cui una inspiegabile strategia della forza pubblica aveva permesso di arrivare fino davanti ai cancelli, per un’altra giornata di violenza.

L’Inter dunque ha vinto senza stravincere. Sfibrandosi, incespicando, litigando. Però ha vinto e Massimo Moratti ha ottenuto ciò che suo padre, Angelo, non ebbe: il 3° titolo consecutivo, come nel dopoguerra è riuscito soltanto al Grande Torino e al Milan di Capello, ed è inutile (persino ingeneroso) addentrarsi nei paragoni. Dopo quello di cartone consegnato da Guido Rossi a nome della Federcalcio e quello di ferro, stravinto in una stagione particolare per l’assenza della Juve e l’handicap del Milan, questo è il primo successo raggiunto dai nerazzurri senza partire da situazioni di favore. Probabilmente è il più vero e l’averlo ottenuto nell’ultima mezz’ora del campionato non deve offuscare la realtà: l’Inter infatti ha giocato stilisticamente peggio della Roma però ha offerto una dimostrazione di forza assoluta in tutta la prima parte della stagione e a Natale era già virtualmente campione, prima che una serie impressionante di infortuni e i veleni di un ambiente che non riesce a crescere in pace guastassero il capolavoro. Guardando ieri Ibrahimovic ci siamo chiesti cosa sarebbe successo se il vituperato e discusso Mancini l’avesse avuto a disposizione (e con questa voglia) nell’ultimo mese: probabilmente i giochi si sarebbero conclusi prima. Ma, senza pathos, non sarebbe stato un successo da Inter.


Edited by Cumenda7 - 20/5/2008, 16:38

Attached Image: 106888.jpg

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scarlett7
view post Posted on 9/6/2008, 22:32




grandissima inter!!anche se come al solito questo scudetto ce lo siamo sudato fino alla fine....come dicono sempre: l'inter non è una squadra per cardipatici!! :D
va bè l'importante è aver vinto!!

amalaaa, pazza inter amalaaaaa :P
 
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1 replies since 20/5/2008, 15:17   100 views
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