| da magazine.libero
MILANO, 9 apr - Prima le nozze poi un figlio, anche adottato. Questa la scaletta delle priorità di Sabrina Ferilli che vorrebbe così vedere realizzato uno dei suoi desideri più intimi: diventare un giorno madre. In un'intervista al settimanale Donna Moderna l'attrice, felicemente legata, ormai da anni, a Flavio Cattaneo, non nasconde di voler metter su famiglia. Del resto solo qualche mese fa aveva annunciato dalle pagine di Gente di pensare alla maternità, ma di rimandarla a giugno, mese in cui lei e Flavio Cattaneo proveranno ad avere un bambino.
Ma se un figlio naturale proprio non volesse arrivare? La Ferilli non esclude l'adozione. «Questo è un Paese strano. Si fa una campagna contro l'aborto ma si impedisce la procreazione assistita. Adottare un bambino è un percorso ad ostacoli, sembra quasi che lo vogliano impedire, e al traguardo ci arriva solo chi è ricchissimo. C'è una preoccupante deriva culturale», racconta la diva romana. Prima di un figlio, però, «ci sono diverse cosette da fare con Flavio: soprattutto sposarci». In attesa che arrivi giugno e la cicogna le faccia visita, la Ferilli potrà provare a districarsi tra pappe e pannolini sul set della nuova fiction Mediaset Cercasi tata disperatamente.
Soddisfatta della sua inedita performance nel nuovo film di Paolo Virzì, Tutta la vita davanti, dove interpreta il ruolo di Daniela, kapò di un call center, l'attrice, spera che nella mia vita sentimentale non ci siano altre sorprese. «Ho scoperto che a quest'età si è più disponibili a ricevere e a dare. Posso dire che questo, per me, è un periodo bellissimo». E riguardo alla sua ultima fatica cinematografica rivela: «Mi sono divertita molto ad interpretare questo ruolo. Anche se per me è stata una novità assoluta. Mi sentivo come una che ha la patente, ma guida per la prima volta la Ferrari. Temevo di andare fuori strada, di esagerare, di accelerare troppo". E aggiunge: «La difficoltà è stata nel fatto che lei è una perdente, è la prima degli ultimi. Ha il piglio, il tono l'atteggiamento di chi vince, ma tutta la disperazione e il disagio di una asociale e di una sconfitta». (Libero News)
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