Alice, sul ring come al Grande Fratello
L'avventura di Alice Caligiuri, da campionessa del ring al reality show di Canale 5. E ritorno
STINTINO. Botte in cambio della gloria, una fetta di privacy in cambio di un biglietto per il "circo" dello spettacolo. Ma a volte i pugni non fanno a pugni con il sex appeal, e l'ego riesce anche a non svendersi per un bagno di notorietà.
Alice Caligiuri fa a pugni per passione da dieci anni. Da quando, poco più che maggiorenne, è salita per la prima volta su un ring. Dieci anni di fatica, migliaia di allenamenti, ettolitri di sudore versati su una corda o su un sacco. E vittorie. Tante vittorie, compresi due titoli italiani di boxe e altrettanti di kickboxing. Questi giorni Alice si trova a Stintino, dove stasera combatterà nell'Italia Boxing tour.
La boxe però è in declino da anni e una ragazza che fa a pugni su un ring difficilmente incontra i gusti delle famigliole che passano ore davanti alla tivù. La celebrità è un treno che corre su un binario completamente diverso. Nel Duemila la fama si chiama Grande Fratello. Un tuffo nella notorietà, quasi un incontro vinto senza combattere. Unico prezzo: niente privacy per qualche settimana, appunto.
«Sono stata dentro la casa per 44 giorni - dice Alice -. Sapevo a cosa stavo andando incontro e ho ottenuto quello che volevo: un pass per il mondo dello spettacolo. So benissimo che è una notorietà effimera e che dal momento in cui è finito il programma bisogna lottare col coltello tra i denti per mantenerla. Ora che ci sono dentro cerco di sfruttare al massimo la notorietà. E poi, modestamente, a combattere e a faticare ci sono abituata».
Già, questione di abitudine e di scorza. Dura come quella che può avere una romana figlia di emigrati calabresi. Gente abituata a fare i conti con la realtà, più che a volare con la fantasia. Anche ora, dopo una prima risciacquatura catodica, la sveglia di Alice continua a suonare alla stessa ora di sempre. «Mi alzo alle 5 - racconta - e faccio di tutto per incastrare i miei tantissimi impegni. Oltre alla boxe, ho anche tre attività a Roma: un bar, un negozio e una palestra. Perciò la mia giornata è lunghissima, ma mi è sempre stato insegnato che per mangiare bisogna lavorare duro. E noi siamo sei figli, lo sappiamo bene».
Per questo, entrare nel mondo dello spettacolo è soprattutto una scorciatoia: «Per ora ho un buon rapporto con la notorietà - dice -, sono molto contenta. Però, sono sincera, io sono andata a fare il Grande Fratello perchè il montepremi mi faceva gola. Non avrei mai pensato di andare a fare una selezione, ma quest'anno volevano fare entrare una pugilessa e quando sono venuti a cercarmi non ci ho pensato su un momento. Ho preso una corda per allenarmi e sono saltata dentro. E non ho sbagliato».
Una scelta che, a dire il vero, ha avuto un altro costo, oltre alla momentanea perdita della privacy. «É vero, il 21 di questo mese mi sarei dovuta sposare con il mio ex fidanzato. Ogni tanto ci penso, ma sono fatalista e credo che dovesse andare così». Milioni di persone hanno visto le sceneggiate in diretta, ma questo fa parte del copione. «Lui sa come sono fatta, quindi aveva poco da arrabbiarsi. Io dopo il Gf non sono cambiata affatto. La mia vita è la stessa di prima. Ho le stesse amicizie, mi alleno, sudo e lavoro tutti i giorni. In più rispetto a prima, faccio solo le comparsate in tivù e nei locali di tutta Italia».
Non male, ma non è questa la notorietà che può fare uscire di testa un tipino così quadrato. «I miei obiettivi sono altri. Ho due sogni: trovare uno sponsor che mi consenta di sistemarmi e vincere un titolo mondiale. Lo vorrei per me ma anche per tutte le mie compagne, che si allenano e faticano nell'ombra, in uno sport che gode ancora di poca credibilità. Non tutti hanno capito l'importanza di aver portato la boxe femminile in tivù con il Grande Fratello».
Ecco dunque la chiave per entrare nelle case delle famigliole che inorridirebbero davanti a due ragazze che fanno a botte sul ring. E se lo sponsor arrivasse sotto forma di calendario? Alice fa spallucce e sfoggia un sorriso da fare invidia a "quelle della tivù". «Subbito. 'Ndo devo firma'?».
(13 giugno 2008)
fonte:
lanuovasardegna